New Review | MOON'S MALLOW – Long Lost

 

Moon’s Mallow – Long Lost

Sembra essere qualcosa in più di una semplice band rock. I Moon’s Mallow sono qualcosa di catartico, esistenziale. Vuoi per la voce ed il carisma della vocalist Gioia Coppola, vuoi per la classe innata di Claudio Colaianni (That’s All Folks!, Anuseye, Colt 38) al songwriting, coadiuvato da Michele Rossiello (That’s All Folks!, Atomic Workers) al basso e Damiano Ceglie (Anuseye) alla batteria.

I dieci pezzi di “Long Lost” non lasciano indifferenti: travolgono, coinvolgono, facendo abbandonare all’ascoltatore tutte le difese verso l’esterno e trasportandolo in flutti organici e psichedelici. Certo, lo stile di Claudio emerge distintamente (e meno male!) e si sentono gli echi delle sue band (“Morning Moon” ha un finale degno dei That’s All Folks!) ma non c’è solo heavy psych.

La personalità di Gioia tinge di un colore arty tutto il progetto, e con ottimi risultati. Quando la sua voce diviene protagonista, come in “What You See” e “White Daises”, si sente un’interpretazione attoriale, da mattatrice, figlia di donne forti come Polly Jean Harvey e Lydia Lunch.

È difficile trovare dei riferimenti perché, come racconta Claudio, il progetto si sviluppa intorno ad “un rock a 360°”, dove 50 anni di storia e personaggi musicali vengono mescolati insieme alle proprie attitudine e capacità. Basta prendere ad esempio “Move On”, un classic rock che potrebbe stare bene in un album Settanta americano.

Ma qualcosa per gli amanti dei viaggi interstellari e gli stoner addicts è disseminato in tutti i dieci pezzi che compongono “Long Lost”. “Glue” con la sua struttura e con le chitarre acustiche si abbevera da quella infinita fonte cosmic psych di Lorenzo Woodrose, così come “Tuned” e la finale “Gone” hanno qualche spezia di Eddie Glass dei Nebula.

La band è ben rodata, pronta per calcare i palchi della penisola anche perché “Long Lost” è il secondo album e viene dopo un anno esatto dal precedente “Against All Gods”, che sin dal titolo ci fa capire come la pensano i nostri. Hasta siempre, Moons!

Eugenio Di Giacomantonio

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