New review | GORILLA – Treecreeper




Gorilla – Treecreeper


Tremate, tremate, i Gorilla son tornati! Dati per spacciati dopo l’ultimo Rock Our Souls del 2007, terzo album di una discografia mozzafiato, eccoli ritornare presso la nostra Heavy Psych Sounds con Treecreeper.

Johnny Gorilla è la mente che sta dietro al progetto, anche se la bassista Sarah risulta essere il perno stilistico fondante del sound della band: basta mettere fianco a fianco l’altra band di Johnny, Admiral Sir Cloudesley Shovell, con i Gorilla per capire le differenze.

Qui, ma d’altra parte anche negli altri album, si assiste ad una psichedelizzazione dei Motorhead, se ci passate il termine. Il grezzo punk rock’n’roll della band di Lemmy, derivato dal primitivo e viscerale rock anni 50, viene preso e lavato a forza di LSD e psychedelic sixteen, ed il risultato, magico, di tutto ciò, è quello di non perdere un’oncia della forza e del volume dei Motorhead.

In questo, dobbiamo ammetterlo, i Gorilla sono una band unica.

Sentite Gorilla Time Rock n Roll e sembrerà di assistere alla rinascita dei Motorhead nell’anno domini 2019 come se fosse il 1979. Tutto questo arriva dopo Cyclops, vero e proprio gioiellino rallentato di dilatazione sensoriale.

Il solo di basso wah wah che introduce la title track è degno sia di Geezer Butler che di Cliff Burton: tracciare le linee melodiche come fendenti in un quadro di Fontana.

Gli stessi Sabbath vengono richiamati dal micidiale riff di Mad Dog, iommiana al 100%, e si procede così tra siluri a combustione nucleare (Ringo Dingo, che ospita alla voce Ryan Matthews, altrimenti dietro le pelli, e Killer Gorilla) e canzoni più ad ampio respiro (Terror Trip e Last in Line) dove il piede non è sull’acceleratore e viene dato più spazio alla bravura di ogni singolo musicista.

Ci mancavano i Gorilla: ci mancava soprattutto questo modo di intendere il rock’n’roll.

Eugenio Di Giacomantonio

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