New Review | THE BLUES AGAINST YOUTH "Trapped in the Country


Voto
01. On the Hill
02. Soul Mercenary Blues
03. A Dirtier Job
04. It's Been a Long Time, Mama
05. The Man Who Feels Trapped
06. Honey Don't
07. Dust Cloud
08. Gone With the Grill
09. I Dreamt of My Dog Last Night
10. Three Headed Demon
11. Light Bearer Song
12. Out of 2012

Off Label Records / Deer It Yourself Records
2013
Website

THE BLUES AGAINST YOUTH - "Trapped in the Country"

Ascoltare un disco di Gianni aka The Blues Against Youth è sempre un'esperienza divertente. Si ha la sensazione di andare a bere con un amico. Uno che ti racconta che la vita è uno schifo. Che le ragazze ti lasciano e il datore di lavoro ti paga poco e ti sfrutta. Ma davanti all'ultimo bicchiere ti ghigna in faccia che è meglio sfanculare tutti e bersi un altro goccio di bourbon. Dopo tutto, la vita ha sempre un modo per riconciliarsi con te. Per esempio, con la musica. Fedele e genuina come un cane in montagna. "Trapped in the Country" oltre ad essere fedele e genuino è pure ruspante. Il titolo vuole alludere, forse, alla condizione che vivono tutti i ragazzi della provincia. Quell'idea strisciante che il paese è una chiavica. Di là, oltre, c'è la città di Gaberiana memoria. Mille luci, mille colori. Si parte! Ma poi la casa è qua. E c'è sempre qualcosa di dolce che attira. Come la tromba di "Gone with the Grill", dal sapore Waitsiano, che ammalia e cattura come una bella mangiata nei giorni di festa. O il kazoo di "It's Been a Long Time, Mama" che fa scontrare frontalmente il country americano con quel buontempone di Joe Sarnataro.
C'è il tempo anche di ripercorrere le vie dei padri, con un pezzo di David Allan Coe "Honey Don't", datato 1979, vera e propria cowboy song con tanto di fischio e solo di banjo al fulmicotone a cura di Joost Dijkema. Altri ospiti compaiono di tanto in tanto ad arricchire un piatto già carico di sapori: Andrea "Merendina" Cruciani (ex The Orange Man Theory) che con la sua harp illumina "Light Bearer Song" e Guglielmo Nodali, lapsteel nella conclusiva e rassicurante "Out of 2012". Ma il focus dell'album ce l'ha in testa solo il nostro Gianni, vera e propria sound machine armata simultaneamente di chitarra, bassdrum, hi-hat, kazoo e l'invisibile Iron Snare 2.0. È lui che fa virare i pezzi verso la tensione, la calma di un sogno ("I Dreamt of My Dog Last Night") o il blues scarno e ultra virile di "Three Headed Demon". È a lui che va il merito di aver coltivato e sviluppato un progetto meraviglioso come The Blues Against Youth. Salute a te, vecchio brigante!



Eugenio Di Giacomantonio

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