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Voto
01. D
02. Magnet of 11
03. Pacta sunt servanda
04. Nocturne

Autoprodotto
2010
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JOE MAPLE - "Amputated Dorsal Unit"

Tornano dopo quattro anni di silenzio i Joe Maple con un four piece di tutto rispetto. I cambiamenti di line up hanno minato le fondamenta della band e l'abbandono di Nino, con il suo basso pulsante, ha compromesso non poco lo stato di salute psicologica e compositiva dei nostri; inoltre anche Ivan, seconda voce e ispirazione, ha salutato i compagni per strada, privandoli di quel guizzo malato e geniale che ha contraddistinto i passaggi più efficaci del precedente lavoro.
Il nuovo volto dei Joe Maple si chiama "Amputated Dorsal Unit" e ne promette delle belle sin dall'iniziale "D", introduzione d'assalto che mescola con disinvoltura asprezze grunge e mid tempo prettamente stoner: sembra di sentire gli Stone Temple Pilots jammare al Rancho de la Luna, strafatti di pejote e mescalina. Sul piano stilistico emerge una notevole ridefinizone delle parti cantate unita ad un allargamento della composizione verso articolazioni fatte di stop & go, cambi di tempo ed effettistica vintage.
"Magnet of 11" non fa rimpiangere lo scioglimento dei Mammoth Volume con un riff granitico di stampo robotico-sabbattiano che lascia senza fiato! All'inizio il brano si presenta con una chitarra pulita che accompagna il canto; poi il vortice della distorsione ci spinge dritti verso dei saliscendi emozionanti e coinvolgenti come solo il gruppo norvegese riusciva a creare... Tempo di lasciarsi andare, tempo spensierato, tipicamente estivo, per "Pacta sunt servanda", l'episidio strumentale del lotto, tra l'altro il più riuscito. La ruvidezza delle chitarre raggiunge in questo pezzo un equilibrio perfetto: nell'incalzare verso la ripetizione di una, controbatte l'altra con rifiniture veramente pregevoli, di fattura QOTSA, ma meglio degli originali! Il tutto parte, ruota, si trasforma e ritorna al punto di partenza in due minuti e quindici secondi!
Il finale si accalora con umori lunari di "Nocturne" dove Giacomo, cantante e chitarrista, ci conforta con una delicatezza tale da farci dimenticare l'asprezza a cui finora abbiamo assistito: è ora di chiudere e il miglior metodo è farlo con dolcezza... Grandi Joe Maple che hanno tenuto duro e non si sono persi d'animo. Aspettare 4 anni per risentirli all'opera ne è valsa la pena, anche se alla fine rimane l'amaro: ne vogliamo ancora e poi ancora di più...
Micidiale soci!


Eugenio Di Giacomantonio

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