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CALIBRO 35
Roma – Auditorium Parco della Musica - 09/10/2010


Serata particolare all'Auditorium di Roma quella che vede impegnati i Calibro 35 nella sonorizzazione live del film culto di Umberto Lenzi Milano odia: la polizia non può sparare, poliziesco, ma non solo, datato 1974. Le iniziali preoccupazioni sulla riuscita di un esperimento simile sono state dissipate nell'immediato da una prestazione molto coinvolgente non solo per il pubblico ma soprattutto per i musicisti stessi, catturati a più riprese dalle immagini violente e noir che il film ha dispensato senza tregua per un’ora e mezzo.
L'aspetto più curioso dell'evento è stato la riattualizzazione delle partiture originariamente scritte da Ennio Morricone; in genere la colonna sonora in un film diventa elemento coordinatore del flusso delle immagini: in questo caso, invece, risulta essere una aggiunta diegetica al racconto, strutturata sapientemente dal bravo fonico in sala che in varie occasioni ha sacrificato il dialogo a favore del climax delle esecuzioni. Il tutto senza che la visione del film venisse ostacolata.
Sin dai titoli di testa assistiamo ad un impatto frontale: il tamburo battente, unito alle chitarre fuzzate e distorte non solo ci fa osservare il film da spettatori ma ci proietta dentro la storia brutale di questi tre assassini (il mitico Tomas Milian con degni compari Ray Lovelock e Gino Santercole) pedinati da un commissario di ferro (Henry Silva). La band è sapiente nel non calcare mai la mano sui timbri proposti dal maestro Morricone e spesso rimane fedele al pentagramma, tranne alcuni casi in cui l'affezione dell'appassionato emerge sulla professionalità del musicista con ottimi risultati. Esemplari in questo senso i momenti topici del film d'azione: gli inseguimenti, le sparatorie e gli omicidi vengono esaltati dalle caratteristiche musicali della band: dinamismo, sincronicità e violenza sonora!
Altra squisitezza risulta essere l'immissione di frequenze astratte e psichedeliche nel sound della band che fanno da contrappunto nei momenti riflessivi e introspettivi della pellicola. Qualcosa in più rispetto ai già gustosi live che i Calibro 35 sono soliti portare in giro per il mondo. Esaltazione finale da parte di tutti per una festa che fa dimenticare la brutta avventura romana dei nostri, costretti all'ultimo minuto a ripiegare su pedali e tastiere occasionali dato che nottetempo qualche "gratta" capitolino ha ripulito della strumentazione il tastierista e il chitarrista...
Milano odia, i Calibro 35 non perdonano!


Eugenio Di Giacomantonio

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