Virtual Time – Pictures
Continuano a stupirci e a confonderci i Virtual Time, portando a termine quell’impresa titanica di pubblicare cinque album in un anno (quattro in studio, più uno dal vivo). Dopo Animal Regression e /A·gò·gi·ca/, già segnalati nell’arco del 2019, sono arrivati alla fine con questo Pictures,
che è una sorta di greatest hits degli album precedenti: tutto quello
che abbiamo sentito fino ad ora viene rimescolato e sintetizzato in una
compilation.
A prendere singolarmente le tracce, viene da pensare che di classe i quattro di Bassano del Grappa ne abbiamo, e pure da vendere. Ci si ritrova a fare pensieri simili a quelli che ci assalirono nel momento in cui vedemmo pubblicare i due volumi di Use Your Illusion dei Guns ‘n Roses: ma perché non hanno fatto uscire un album solo con una decina/quindicina di pezzi migliori?
Alla fine il tempo ha dato ragione ai Guns, anche se quel doppio contestatissimo fu il loro canto del cigno. A quelle sensazioni rimediano oggi i nostri Virtual Time, che dei quattro album pubblicati ne fanno uno compatto e godibilissimo.
Ci sono tutti gli ingredienti: classic rock, amore per i Led Zeppelin, modern rock à la Thom York, strizzatine d’occhio al funk e al pop. A voi la scelta se approfondire con l’ascolto degli altri album nella loro interezza o se fermarvi a questo bignami. Certo è che la bellezza di Distant Shores colpisce sempre e nuovamente.
A prendere singolarmente le tracce, viene da pensare che di classe i quattro di Bassano del Grappa ne abbiamo, e pure da vendere. Ci si ritrova a fare pensieri simili a quelli che ci assalirono nel momento in cui vedemmo pubblicare i due volumi di Use Your Illusion dei Guns ‘n Roses: ma perché non hanno fatto uscire un album solo con una decina/quindicina di pezzi migliori?
Alla fine il tempo ha dato ragione ai Guns, anche se quel doppio contestatissimo fu il loro canto del cigno. A quelle sensazioni rimediano oggi i nostri Virtual Time, che dei quattro album pubblicati ne fanno uno compatto e godibilissimo.
Ci sono tutti gli ingredienti: classic rock, amore per i Led Zeppelin, modern rock à la Thom York, strizzatine d’occhio al funk e al pop. A voi la scelta se approfondire con l’ascolto degli altri album nella loro interezza o se fermarvi a questo bignami. Certo è che la bellezza di Distant Shores colpisce sempre e nuovamente.
Eugenio Di Giacomantonio