Wyatt Earp – Wyatt Earp
Classici come un sorso di vecchio bourbon, i Wyatt Earp,
lo sceriffo cacciatore di bisonti e ladro di cavalli di inizio
Novecento, mettono in scena un album senza tempo. Tastiere, riff
Seventies e voce metal come un giovane Rob Halford o Ronnie James Dio;
un songwriting che prende tanto dai Deep Purple e dai Grand Funk
Railroad quanto dalle prime band NWOBHM; aggiungete un pizzico di
cafonaggine tipica dell’hard fondato su ritornelli che si stampano
subito nella memoria ed il gioco è fatto.
Matteo, il chitarrista, non disdegna l’impatto frontale delle twin guitars ed ha uno stile molto vicino al buon Dennis Stratton. Emerge l’influenza della Vergine di Ferro in pezzi epici e immortali come “With Hindsight” dove un riff stoner si incapsula dentro un’elegia di voce e tastiere che fa pensare ai Led Zeppelin ultimo periodo.
Per tornare ai giorni nostri sarebbe un piacere vederli dal vivo con band tipo Spiritual Beggars e Grand Magus con cui condividono l’idea di una musica elaborata e bollente. Spunta anche l’influenza dei Motörhead in un pezzo ultra speed come “Back from Afterworld” e chiude “Gran Torino”, che non ha niente a che fare con l’omonimo film di Clint Eastwood, dato che è una sorta di viaggio introspettivo che si interroga sul male e la morte.
L’etichetta Andromeda Relix di Gianni Della Cioppa con band come i Wyatt Earp e le altre del rooster sta costruendo pian piano un sentimento nuevo di classicismo hard & heavy: giù il cappello.
Eugenio Di Giacomantonio
Matteo, il chitarrista, non disdegna l’impatto frontale delle twin guitars ed ha uno stile molto vicino al buon Dennis Stratton. Emerge l’influenza della Vergine di Ferro in pezzi epici e immortali come “With Hindsight” dove un riff stoner si incapsula dentro un’elegia di voce e tastiere che fa pensare ai Led Zeppelin ultimo periodo.
Per tornare ai giorni nostri sarebbe un piacere vederli dal vivo con band tipo Spiritual Beggars e Grand Magus con cui condividono l’idea di una musica elaborata e bollente. Spunta anche l’influenza dei Motörhead in un pezzo ultra speed come “Back from Afterworld” e chiude “Gran Torino”, che non ha niente a che fare con l’omonimo film di Clint Eastwood, dato che è una sorta di viaggio introspettivo che si interroga sul male e la morte.
L’etichetta Andromeda Relix di Gianni Della Cioppa con band come i Wyatt Earp e le altre del rooster sta costruendo pian piano un sentimento nuevo di classicismo hard & heavy: giù il cappello.
Eugenio Di Giacomantonio