Mother Nature – Double Dial
In loro sentiamo il concentrato di tutto lo street rock di metà anni Ottanta con una velata di zucchero a velo souther rock. Aerosmith, D.A.D., The Black Crowes, The Cult, Tigertailz, Cinderella: hard provocatorio, sessualmente spinto e sfacciato, con alta carica di eccitabilità. I Mother Nature ambiscono a diventare una band FM e si percepisce dalla passione che mettono nel fare le cose per bene.
Pearl dimostra come anche la lezione garage dei primi Duemila arrivata da band come Hives e Turbonegro possa essere riportata nello stile glamy and sleazy del gruppo. Oggi come allora la vera matrice del groove è nel blues (sentite un pezzo come Everything Will Follow per capire come le dodici battute siano propedeutiche per tutto l’hard rock che sentiamo oggi) e oggi come allora non viene dimenticato il passaggio nei territori pomicioni con ballatone strappalacrime (Ask Yourself è tanto Faster Pussycat, quanto Soul Asylum).
Non si tralascia neanche il crossover dei primi Novanta (più Red Hot Chili Peppers che Jane’s Addiction ad onor del vero) in pezzi come Boy, We Gotta Handle This. I ragazzi suonano alla grande quello che gli piace ascoltare e che hanno assimilato nella loro lunga carriera; che male c’è se poi i pezzi puntano verso David Lee Roth o Mr. Big o i toxic twins? La musica serve a nutrire l’animo, anche con il divertimento.
Eugenio Di Giacomantonio