New Review | PALMER GENERATOR – Natura




Palmer Generator – Natura


It’s a family affair, come dicevano Sly and the Family Stone, quarantasette anni fa: Michele e Tommaso (basso e chitarra) sono fratelli e Mattia (batteria) è il figlio di Michele. Questo è l’affare più amorevole della loro storia, nata otto anni fa a Jesi, Ancona. I Palmer Generator sono al terzo album e si definiscono post psychedelic core, anche se siamo nelle zone più dolci di Mogwai e Pelican, ossia un post heavy rock tenero come il burro.

Natura è un disco in quattro parti, ordinate numericamente, riflessione sulla madre/matrigna tanto cara alle peregrinazioni intellettuali dei romantici, come sembrano esserlo i Palmer Generator che sin dall’opener Natura I viaggiano in punta di piedi con piccoli tocchi e lievi fraseggi.

Vicini a certi Causa Sui meno articolati e meno cervellotici, i nostri si abbandonano completamente nelle braccia dei pezzi che toccano o sorpassano i dieci minuti ciascuno: un modo di lasciarsi andare, liberi nelle loro mappe emozionali.

Si parte da un fraseggio di chitarra, echo e delay, si sta lì intorno a far lievitare la massa sonora, senza soffocarla. Si aggiungono basso e batteria a colorare il tutto e si passa tra il forte e il lieve senza strattoni. Facile pensare che tutto nasca in sala prove, dopo un joint, in una jam torrenziale e continua, segno del proprio essere e farsi musica.

Ogni tanto si sentono echi latini à la Los Natas, altre volte si accende il fuoco motorik (Natura II) che sembra essere, per questo album, il vero centro di gravità. Facile abbandonarsi sulle rive ambientali di Natura III, una decina di minuti space form con qualche spezia orientale, prima del finale di Natura IV che nell’Oriente ci si butta di pancia. L’affare di famiglia è davvero un buon affare.

Eugenio Di Giacomantonio