New Review | COMACOZER – Kalos Eidos Skopeo




Comacozer – Kalos Eidos Skopeo


Giocato tutto sul contrasto piano/forte il nuovo album “Kalos Eidos Skopeo” degli australiani Comacozer è un four pieces di tutto rispetto. Si viaggia che è un piacere, sperduti nello spazio profondo, dove ogni suono diventa liquefatto e segue la sua tangente a velocità costante. Si ha la sensazione che qualcosa di misterioso possa aggredirci e l’attesa (e la speranza. verrebbe da dire) che questo accada è il pathos impresso nell’ascoltatore.
Non sempre in un modo solo può avvenire l’evento: come diceva il sommo Mario Brega “sta mano po esse piuma e po esse fero”, così la band adotta registri diversi de fero e de piuma. “Nystagmus” viaggia al ralenti senza ferire, creando una ridondanza enorme su pochissimi elementi non violenti e riesce ad astrarsi dal concetto di canzone tout court, diventando generatore di suoni puri. Questo avviene dopo “Axis Mundi”, dove è successo tutto il contrario e si è conosciuto Atlante che sapientemente tiene sulle sue spalle l’intero (dolore del?) mondo.
Riporta ai miti greci anche “Nystagmus”, quasi un ballo tradizionale dell’Ellade antica adagiato su sapori al THC ed abuso di Retsina. La cosa più interessante, ambigua ed affascinante dell’intero lotto. Si conclude con “Enuma Elish”, libro appartenente alla tradizione religiosa babilonese, prossima all’Om come concetto e come band: un fiorire di scintille wah wah sopra un cuore di basso Cisneros.
Prendere tempo, perdere tempo. Dedicarsi senza paura alla scoperta dei propri demoni interiori. Non tutto quello che facciamo è destinato ad avere un valore. Ecco “Kalos Eidos Skopeo”: scienza antica targata 2017.
Comacozer
Comacozer

Eugenio Di Giacomantonio