New Review | STARSLUGS "The Rite and the Technique"


Voto
01. Body Hammer
02. Nuke
03. Sad Sundays
04. Sense of Tragic
05. Betamax
06. Justice
07. Uranus
08. Willie
09. Mishima

Self produced
2012
Website

STARSLUGS - "The Rite and the Technique"

Un'idea kamikaze e suicida si trova dentro gli Starslugs: bombardare le orecchie degli ascoltatori fino a frammentarne qualsiasi punto di riferimento. Il Rito: trovarsi faccia a faccia in sala prove e vomitare le aberrazioni della modernità umana. La Tecnica: mettere a palla gli amplificatori, distorcere gli strumenti (basso, chitarra e voce) oltre la linea di tolleranza e rubare la beat/drums machine ai Suicide di vent'anni fa per far brillare dentro l'alta tensione. "The Rite and the Technique" raccoglie i precedenti EP del gruppo ("Gestalt X", "Fist", "Subhuman Cares") e descrive il feeling che corre tra Danilo Di Feliciantonio, Pierluigi Cacciatore e la Roland TR707.
Un flusso continuo come loop cibernetico e spaziale cavalca le nove tracce dell'autoproduzione: qualcosa puzza di cimitero e Cure quand'erano tre ragazzi immaginari ("Sense of Tragic", "Justice"), altro ancora viaggia con un carico pop pregno di deviata melodia ("Betamax", "Body Hammer") e c'è l'ispida, sincopata e malarica asprezza di una post tutto che non riconosce nessun genitore ("Nuke", "Uranus", "Mishima", "Willie"). L'effetto alla fine è talmente dirompente e rinfrancante che riporta alla mente l'anno domini 2004, quando un gruppo come i Death From Above 1979 (un duo anch'esso, guarda caso) pubblica l'unico full lenght "You're a Woman, I'm a Machine". Sembrano avere la stessa ideologia i nostri terroristi teramani, anche se, laddove si promuoveva una declinazione di disco music, trova qui un concetto assolutamente rock.
Fatevi un regalo: prenotate la vostra copia su www.starslugs.blogspot.com e regalatela a chi vi vuole bene. E se non basta andate a vedere gli Starslugs in giro per il Belpaese: li troverete sempre uguali e sempre diversi. D'altra parte la vita è un continuo cambiamento, in barba alla stasi della morte.



Eugenio Di Giacomantonio