New Review! MONDO NAIF "Essere Sotterraneo" @ Perkele.it


Voto
01. Uno
02. La terra trema
03. Violenta
04. Deuteria
05. Città
06. Eloise
07. Aiutami, sono un ladro
08. Come me
09. Mario
10. Boblaito
11. Y Fire

Go Down Records
2012
Website

MONDO NAIF - "Essere sotterraneo"

L'essere sotterraneo, sottoposto a mutazioni terribili e ad incubi da città contaminata, è il bambino che troviamo in copertina, fiero di essere un mostro e orgoglioso di rappresentare un unicum. I Mondo Naif sono maestri nel sondare le creature dell'underground, sia che si tratti di musica "post", sia maneggiando la poesia ermetica, e tramite la Go Down Records riescono a portare in superficie questo freak, donandogli la cittadinanza onoraria tra i vivi. A corredo della sua permanenza sulla terra emersa ci sono dieci pezzi di musica verace e sperimentale, più un intro recitato, che vanno ad abbeverarsi a qualsiasi influenza incontrata nel loro cammino: "Eloise" mischia i Verdena primordiali con una vena a la Smashing Pumpkins risultando convincente anche se fortemente protesa verso un pubblico teenagers; "Deuteria" le fa la controparte e appoggia su temi ancor più meditativi riguardanti l'amore e il rapporto con il gentil sesso.
Meglio quando lo stesso argomento è gestito in maniera più ruspante come in "Violenta" dove una scrittura musicale diretta ed ad alto tasso adrenalinico scartano lateralmente il rischio di cadere nel patetico ed offre un'occasione di cantare in italiano senza pagare pegno alle band anni Novanta che hanno fatto scuola. Piacevole il risultato di "Come me" dove il saliscendi ritmico produce notevoli effetti di coinvolgimento emotivo e la successiva "Mario" (Ligabue free) che aleggia su una certa spensieratezza alla Eagles of Death Metal distorti ed amplificati. Altre gemme raffinate sono "Boblalito" – blues in dodicesima battuta con testo da riderci su – e "La terra trema", vera e propria minisuite dove, tra piano e forte, viene affrontato un discorso compositivo ad ampio respiro innestato su un testo che omaggia romanticamente la propria terra, anche se può dimostrarsi ostile, e con essa la relazione che lega l'umanità alla radici in cui cresce e germoglia.
Chiusura morbida ed elegante con "Y Fire" fa pensare che possiamo aspettarci belle sorprese dal trio e che l'antica combinazione basso/chitarra/batteria ancora non smette di essere efficace anche in un paese che con il rock non ha mai fatto caposcuola. Magari in futuro, chissà.



Eugenio Di Giacomantonio